
Scrivere Con L’inchiostro Bianco
SCRIVERE CON L’INCHIOSTRO BIANCO
di Maria Rosa Cutrufelli
– Iacobelli –
Perché si scrive? Come si scrive? Domande antiche poste più e più volte, cui però negli ultimi anni se n’è aggiunta un’altra che periodicamente – e polemicamente – agita i cenacoli letterari e le terze pagine dei quotidiani: esiste una scrittura femminile? O per dirla in maniera più appropriata: l’appartenenza a un genere sessuale o all’altro influisce sulla parola scritta e sull’arte del racconto? Maria Rosa Cutrufelli, autrice di romanzi notissimi come D’amore e d’odio (2008) e Il giudice delle donne (2016), dà una sua risposta che è allo stesso tempo una proposta di riflessione e di confronto con scrittori e critici. E lo fa nell’unico modo possibile senza risultare astratta o ideologica: mettendo in campo l’autobiografia e l’esperienza, partendo dalla vita vissuta e tornando indietro, fino ai grandi miti fondativi della nostra cultura. Insomma, raccontando.
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Tesa tra sperimentazione letteraria e impegno politico, la scrittura di Maria Rosa Cutrufelli è imprescindibile dal panorama della letteratura femminile, anzi, come suggerisce lei stessa, a ‘firma femminile’, per sottolineare l’importanza di un’autorialità di genere.
Tra gli anni Ottanta e Novanta viaggia molto, soprattutto sono numerose le parentesi verso il Sud ancora più lontano dell’Africa (dove vive per tre anni), mentre la ‘dimora’ fissa diventa Roma, in una sorta di tacito compromesso tra il Settentrione materno e il Meridione paterno.
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