
FILIPPO GATTI
A MANI NUDE
Ci sono amori che non si possono raccontare. Nascono da uno sguardo, da un’attrazione, da una alchimia, da un legame difficile da spiegare. Come quello fra il protagonista e Layla, un’avvenente prostituta dell’Est Europa. I loro destini si fondono e si confondono in un Sud Italia desolante, avido, avaro di sentimenti e dominato dalle logiche del profitto. Lui è affascinante, spiritoso e ricco. Lei è intelligente, emotiva e bella. Poi ci sono loro due, il capitano Fabrizio Garretto e il maresciallo Marcello Chirizzi. Due agenti italiani vecchio stampo, due eroi senza paura in una terra dove essere uomini il più delle volte significa prostrarsi al servizio del potente di turno. E infine c’è lui. Un killer spietato. Un mostro che uccide le sue vittime a mani nude, un assassino senza scrupoli a cui piace infierire sui loro corpi come se fossero manichini inermi.
Filippo Gatti dipinge con affabile maestria la società odierna e ne racconta i drammi, le paure, le speranze e i sogni. Tutti abbiamo scheletri nell’armadio e il nostro comportamento non è altro che il risultato dei nostri conflitti interiori e delle nostre ataviche contraddizioni. E c’è solo un modo per reagire. Amare. Disperatamente. Incondizionatamente. Nella speranza che l’attimo si trasformi in infinito e che la morte sia solo il passaggio segreto per l’eternità.